I Musei italiani sui Social: visitatori vs followers

Una rete e una presenza social sono sempre più una variabile decisiva per il successo di un museo. Ecco cosa accade per i musei italiani più importanti…… Questi i tre musei nazionali statali con il maggior numero di visitatori nel 2016: (Fonte: Il giornale dell’Arte, n. 374, aprile 2017 Tutti e tre i musei hanno un numero elevato di visitatori e godono di una forte notorietà nazionale e internazionale. Tutti e tre cercano di utilizzare più o meno i canali social, in particolare Facebook, Twitter e Instagram. Il problema è tutto in quel “più o meno”…. La pagina Facebook con il maggior numero di like è la Reggia di Caserta,  nonostante abbia un numero di visitatori reali nettamente inferiore alla Galleria degli Uffizi. Sorprendentemente, la Galleria dell’Accademia di Firenze non ritiene necessario utilizzare una pagina Facebook… Ci piacerebbe capire il perché. Su Twitter la situazione è molto diversa. La Reggia di Caserta non rientra nemmeno tra i primi tre classificati. Lascia il posto alla Pinacoteca di Brera, che ha un forte numero di follower, ma un n. di visitatori (311mila) men che proporzionale. La Galleria degli Uffizi e i Musei Reali restano stabili rispettivamente al secondo e terzo posto. Su Instagram torna al primo posto la Galleria degli [...]

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Se il prodotto siamo noi e i nostri dati

Si chiama Data Economy, è l’economia dei dati. Mentre Infonomics è la metodologia che si occupa del valore e del significato di queste informazioni. Il bello è che alla fine di questa industria, basti pensare ai social network, il carburante siamo noi con tutto quello che ci riguarda, dai nostri amici ai nostri testi, fino alle nostre foto. Le questioni sono di notevole spessore. Certo le posizioni vanno tutelate, senza però perdere la spinta vitale che può venire dall’uso di flussi nuovi di informazioni   Articolo di Ildegarda Ferraro In un modo o nell’altro, alla fine il petrolio della nuova fiorente industria dei dati siamo noi stessi. La tesi abbastanza accreditata secondo cui “se non paghi, il prodotto sei tu” è stata superata dalla realtà dei fatti. Ormai anche se il prodotto lo paghi contribuisci comunque alla crescita della Data Economy, l’economia dei dati, con dei pezzi di te. E anche in questo caso “il prodotto sei tu”, perché lasci una traccia di informazioni che altri si occuperanno di estrarre, elaborare, vendere e trasferire. In questa mia nuova posizione di petrolio mi guardo intorno per capire di chi sto facendo la fortuna. Probabilmente di tutti quelli che possono usare i [...]

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Su Audipress di Aprile la catastrofe delle “repliche digitali” dei quotidiani italiani

Interessante come al solito l’elaborazione che Pier Luca Santoro ha fatto dei dati mensili Audipress. Questa volta il focus è sulla lettura dei quotidiani italiani, ed è da leggere: http://bit.ly/2rKUoz5 Santoro giunge ad alcune conclusioni controcorrente. Non è vero, secondo lui, che il giornale cartaceo stia sprofondando in una crisi senza ritorno e si avvii verso la morte. Inutile sarebbe anche la battaglia degli editori contro i contenuti gratuiti, dato che quasi 6 lettori su 10 in un giorno medio dichiarano di aver letto il giornale senza averlo pagato (copia “avuta da altri/prestata/trovata/altro/“). I giornali regionali o provinciali risultano avere in molti casi una media di lettori superiore ai quotidiani nazionali (e questa mi pare una indicazione di grande importanza, a conferma di un trend di anni). Ma il dato più interessante riguarda la cosiddetta “replica digitale”, il giornale on line che riproduce esattamente – pubblicità compresa – la copia cartacea. La “replica digitale” è la modalità di quotidiano on line praticata dalla quasi totalità dei quotidiani italiani. Soluzione apparentemente semplice e economica: si riproduce il cartaceo e lo si rende consultabile su internet. Il problema è che i lettori a quel punto preferiscono comprare il cartaceo, e basta. “Emerge con [...]

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Chiusi nelle nostre camere

Dipende da noi. Ci ancoriamo alle nostre opinioni sui social, cercando fatti e amici che corrispondano alle nostre stesse idee, chiusi in camere dell’eco. Ci coinvolge il pregiudizio della conferma, per cui vediamo solo quello che rafforza la posizione, e ci convince la teoria del complotto, secondo cui all’origine c’è una cospirazione. Restiamo quindi indifferenti ai venti di quanto può essere diverso, impoverendoci e non facendoci vedere la realtà. E le repliche o le idee contrarie non hanno effetto o addirittura rafforzano l’opinione. Ma appunto tutto dipende da noi. E esserne coscienti può fare la differenza     Articolo di Ildegarda Ferraro Faccio un giro tra i miei amici di Facebook per capire. Per quanto vario possa essere il panorama è abbastanza convenzionale rispetto a me. Non vedo picchi di diversità. Certo ci sono un po’ di adolescenti amici di mia figlia, ma corrispondono abbastanza ad un prototipo. Tra amici degli amici e conoscenti occasionali non trovo niente di proprio fuori linea. Poi la vedo. È una persona del Sud che posta paesaggi e nette posizioni in linea con le idee della Lega nord. Mi è arrivata da un passato lontano. E me la terrò cara, perché rappresenta una finestra [...]

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